mercoledì 21 ottobre 2015

Trenta secondi per non pensare

Vi ricordate Carosello? Iniziava più o meno alle venti e trenta sul primo canale Rai, durava 10 minuti e poi finiva. Gli spot iniziavano più o meno così: "Il dentifricio Pinco pallino presenta... (scenetta) e poi la pubblicità della marca in chiusura. Erano dei piccoli spettacoli sponsorizzati, che nutrivano un vasto pubblico di adulti e bambini, questi ultimi sapevano che carosello rappresentava la fine della loro giornata e che una volta finito sarebbero dovuti andare a dormire. Sono passati quarant'anni, la pubblicità è mutata a tal punto che in soli trenta secondi sono compressi un'infinità di messaggi. Tutto è frutto di ricerche accurate; storyboard, inquadrature, colori, luci, audio, movimento, attori, trucco, tutto è al massimo. Con l'avvento dell'editing elettronico dell'immagine lo spot ha assunto un profilo altamente professionale, la velocità nella quale si susseguono le varie inquadrature è impressionante, uno spot di 30 secondi poter contenere oltre cinquanta inquadrature diverse, tutte mirate allo scopo di far conoscere il prodotto commerciale trattato. 
Non sono soltanto gli spot pubblicitari a vantare queste caratteristiche, anche i programmi radiotelevisivi stanno assumendo lo stesso temperamento, è una corsa contro il tempo, il poco tempo che i media mettono a disposizione per la comunicazione. Tutto deve essere breve e conciso, essenziale e d'impatto. Dall'altra parte, però esiste un essere umano che spesso gli autori dimenticano, dimenticano che l'uomo pensa ed il pensiero non è una corsa contro il tempo, il pensiero va oltre tutte queste cose, il pensiero non dura trenta secondi. I media non lasciano il tempo di pensare, perché l'obiettivo è quello di fare in modo che l'uomo, oramai definito esclusivamente con il termine di consumatore, ingurgiti tutto in un boccone e ritorni di nuovo davanti al media. 
Il potere commerciale ha invaso la tv, la radio, i giornali, le riviste, Internet, tutto si vende, tutto si baratta, tutto si compra. Loro si dimenticano però che l'uomo ha un grosso potere, quello di annoiarsi, quello di cambiare canale, quello di fuggire. Qualcuno ha pensato anche a questo, riducendo il più possibile le vie di fuga e costringendo la gente a correre all'interno di un labirinto dove vi è fissato su ogni parete un messaggio diverso, la propaganda coercitiva, limitando la visuale sul mondo. Esiste un'alternativa? Forse la possibilità di poter scegliere il tipo di messaggio che più ci piace anche allo scopo di arginare la noia e orientarci verso l'argomento commerciale che più ci interessa. Internet, per esempio, potrebbe essere un'alternativa perchè rappresenta una forma di riproduzione multimediale interattiva, anche se, con il passare del tempo, il potere economico sta limitando le libere iniziative di informazione, anche con leggi dedicate, perché questo? Perchè l'uomo deve consumare, non creare. Un uomo in grado di contrastare, un uomo in grado di scegliere l'informazione attraverso un computer, può dare fastidio. I grandi media sono per pochi, le nostre piccole paginette su Internet ed i social network, nei quali ancora riusciamo liberamente ad esprimerci e creare, sono l'unica risorsa dei nostri anni, spazi nei quali si può dare sfogo alla nostra creatività e al nostro pensiero, ad un patto...rimanere con un numero contenuto di visitatori, altrimenti sei morto! 
Vi ricordate Carosello? Iniziava più o meno alle venti e trenta sul primo canale Rai, durava dieci minuti e poi finiva, ma una volta finito ti lasciava il tempo di respirare.