Tutto è iniziato, come spesso accade, da un'immagine. O meglio, da una collezione di vecchie fotografie di famiglia risalenti ai primi anni del '900. Quelle figure sbiadite, quegli sguardi lontani, racchiudevano storie silenziose. Una in particolare mi ha sempre affascinato: quella del mio bisnonno Pasquino e la drammatica e misteriosa storia della sua scomparsa. Era una ferita aperta nella memoria familiare, un enigma che chiedeva di essere svelato. Da quel desiderio di dare voce a un passato taciuto è scaturita l'idea di "L'ultimo fiore".
Un Viaggio nel Tempo: La Ricerca
Trasformare un'intuizione e un racconto familiare in un romanzo strutturato ha richiesto un intenso lavoro di ricerca. Volevo che la storia, pur avendo elementi di finzione, poggiasse su basi solide, ancorata alla realtà storica e ai fatti verificabili.
- Ho cercato di ricostruire la dinamica della scomparsa di Pasquino consultando articoli di giornali dell'epoca, in particolare un fascicolo de "La Nazione" del 1920. Un lavoro quasi investigativo tra le righe stampate quasi un secolo fa.
- Ho visitato cimiteri e archivi storici, alla ricerca di tracce, date, conferme. Ogni documento, ogni lapide, era un potenziale tassello del puzzle.
- Ho passato ore alla biblioteca nazionale, a leggere microfilm di giornali ingialliti, immergendomi completamente nell'atmosfera e nel linguaggio di quel periodo.
Questa fase è stata cruciale non solo per la trama principale, ma anche per curare i dettagli che rendono un'epoca viva. Ho studiato a fondo il contesto storico del "Biennio Rosso" (1919-1920), un periodo di grandi tensioni sociali e politiche in Italia, che fa da sfondo alle vicende. Mi sono preoccupato anche di dettagli apparentemente minori ma fondamentali per l'autenticità, come le forme di saluto usate a Firenze all'inizio del '900 o la toponomastica delle vie in cui si muovono i personaggi.
La Voce della Famiglia: Custodi del Passato
Accanto alla ricerca "formale" c'è stata la voce viva della famiglia. I racconti tramandati, gli aneddoti, le memorie spesso frammentate ma ricche di umanità. Fondamentale è stata una lunga conversazione registrata con mia zia Iolanda, la vera custode delle memorie familiari, colei che ha tenuto vivo il ricordo di Pasquino e degli eventi. Le sue parole, la sua emotività, hanno dato spessore e anima ai personaggi e alle situazioni, offrendo prospettive uniche e dettagli che nessun archivio avrebbe potuto fornire.
Dall'Idea al Romanzo: Intuizione, Fantasia e Lavoro
Così, mescolando intuizione, la mia fantasia di storyteller e un meticoloso lavoro di documentazione storica e familiare, "L'ultimo fiore" ha preso forma. È un romanzo di circa 230 pagine che spero riesca a toccare i lettori come ha toccato me nel scriverlo e come ha già emozionato chi ha avuto modo di leggerlo in anteprima. È la dimostrazione che le storie più profonde spesso si nascondono tra le pieghe della nostra storia personale e collettiva, pronte a essere riscoperte e raccontate.
Spero che questo breve viaggio nella genesi de "L'ultimo fiore" vi abbia incuriosito. Se volete scoprire la storia di Pasquino e il mistero che avvolge la sua scomparsa, e se volete supportare il mio lavoro, trovate "L'ultimo fiore" disponibile su Amazon. È acquistabile in versione cartacea con copertina flessibile. Ogni lettura è un piccolo, grande incoraggiamento a continuare a cercare e raccontare storie. Grazie!