E' arrivato il momento di prendere coscienza che il divario tra ricchi e poveri é oramai a livelli ben conclamati. Tutto si ripercuote sulle nostre povere tasche che ogni giorno sono sempre piú misere. Anche cercando di impiegare ogni risorsa umana presente in una famiglia che possa contribuire all'incremento del reddito, a malapena riusciamo ad arrivare alla fine del mese. Ogni bene di largo consumo ha assunto pian piano un valore enorme, una specie di insano malefico giro economico ci ha costretti non solo a bruciare le materie prime, ma a distribuirne i proventi in maniera troppo differenziata. É matematicamente impossibile perpetuare questo stato di cose presenti e da qui il crollo della media borghesia, quella fascia di dipendenti e sottoposti che hanno assicurato all'Italia entrate sicure e dai quali spillare direttamente dalla busta paga. Per quanto riguarda i poveri, i disoccupati, i giovani pagheranno direttamente con il concetto di non essere retribuiti in quanto non hanno e non troveranno facilmente un lavoro sicuro. Anche nell'arte la crisi é evidente, nel cinema industriale per esempio, come nella televisione, ci sono artisti che riscuotono cifre astronomiche, mentre il contorno fa la fame. Di riflesso a ciò nasce il desiderio, il sogno di vita principesca nei cuori di coloro che sperano e credono di fare successo. Il successo dell'artista é il suo pubblico, non la ricchezza economica nella quale alcuni celebri nomi, tra l'altro, hanno perso la vita, quel pubblico che sa apprezzare l'artista, che sa farlo vivere bene, un pubblico che può guardarlo con meno diffidenza, un pubblico coinvolto principalmente nell'anima e non soltanto nella rappresentazione.