Individuare quelle che sono le roccaforti del nostro sistema non è difficile. Basta pensare a tutte quegli organi ben abbarbicati al suolo della nostra Italia di cui se ne conosce in maniera insufficiente il loro funzionamento, l'articolazione, la funzione e spesso anche l'esistenza. La SIAE per esempio è un ente economico pubblico a base associativa esclusivo e sotto il diretto controllo del sistema, deputato alla tutela e all'intermediazione dei diritti d'autore. Il funzionamento è molto complesso e prevede obbligatoriamente l'iscrizione di ogni artista che vuole tutelare un opera e successivamente riscuoterne i proventi relativi alla distribuzione. L'iscrizione e l'adesione è aperta a tutti, ma le modalità di registrazione e dichiarazione dell'opera sono incomprensibili, legati ancora a terminologie obsolete e fuori uso, nella musica per esempio si parla ancora di "riproduzione meccanica" relativamente alla produzione di CD.
La SIAE è una macchina a mio avviso lentissima, con tempi relativi alla registrazione delle opere lunghissimi e scoraggianti. Esistono pochissime alternativa alla SIAE per un autore, se non quella di aderirvi nelle diverse forme, naturalmente pagando una una quota associativa di diverse decine di euro, un'inezia per un artista famoso, tanta roba per un artista sconosciuto. Non voglio entrare nel merito del funzionamento di altre roccaforti di sistema, alcune chiamate semplicemente pubblici registri, ne esiste uno anche per il cinema. Provate a documentarvi su come fare per avere un visto censura relativo ad un vostro film o per fare in modo che questo sia ufficialmente esistente, in questo caso il ginepraio fatto di moduli e domande, certificazioni, e burocrazie vane è ancor di più scoraggiante.
Liberare gli artisti da tutto questo e semplificare le procedure credo sia diventata un'esigenza moderna, proprio nel momento in cui la rete si afferma come interfaccia tra il cittadino e le istituzioni.