Accanto a me, c'è Alessandra, la mia compagna e pochi amici che, con un'incredibile generosità, hanno deciso di supportare questo mio percorso. Con le nostre umili videocamere e con l'entusiasmo che spesso supplisce alla mancanza di mezzi tecnici avanzati, ci siamo avventurati ancora una volta nella creazione di un film dove abbiamo usato luoghi lontani dall'idea convenzionale di set cinematografico.
La mia avventura nel mondo del cinema non nasce dall'ambizione di lasciare un segno indelebile nell'arte o di raccogliere premi e riconoscimenti. Piuttosto, è spinta dalla necessità intrinseca di esprimermi, di tradurre in immagini e parole quelle riflessioni e quelle emozioni che sembrano non trovare posto altrove. La mia cucina, con tutte le sue limitazioni e le sue evidenti imperfezioni, diventa così, quasi per caso, lo sfondo di questa mia personale esplorazione.
Affrontare la realizzazione di film in queste condizioni sta diventando un percorso di scoperta, non solo artistica ma anche personale. Ogni giorno, mentre cerco di adattare questo spazio domestico alle esigenze di una narrazione visiva, mi rendo conto di quanto l'autenticità e la sincerità siano più importanti delle grandi produzioni. La mia cucina, improbabile teatro delle mie aspirazioni cinematografiche, mi insegna che è possibile dare voce ai propri sogni, anche quando le circostanze sembrano tutto fuorché favorevoli.