Chi frequenta Firenze per le vie del centro di certo non si accorge di cosa c'è oltre, ovvero nelle zone al di la delle antiche mura, quelle zone transitate dai residenti ogni giorno per andare a lavoro. Mi riferisco ai viali della circonvallazione, alle periferie di Novoli, Peretola fino ad arrivare ai comunii limitrofi, tra cui Scandicci, passando dal viadotto dell'Indiano. Ecco, proprio transitando da queste zone ci si accorge di quanto questa spelendida città sia stata riempita da interminabili cantieri, molti dedicati alle future linee della tranvia. Pare di viaggiare in una città colpita da calamità naturale o dalla guerra, transenne ovunque, persino intorno agli splendidi giardini della Fortezza da Basso. Percorrendo la città nelle periferie a nord e sui viali ci si imbatte in interminabili code di auto, che per raggiungere qualsiasi luogo devono fare percorsi obbligati allucinanti. I lavori di manutenzione sul viadotto dell'Indiano che dovevano svolgersi nel periodo estivo, sono ancora in corso ed obbligano la percorribilità delle automobili provenienti dalla parte dell'Arno su un'unica corsia. Si forma così una coda di oltre un chilometro che obbliga gli automobilisti a stare fermi sul ponte per molto tempo. Siamo ancora ad agosto, cosa accadrà quando la gente rientrerà dalle ferie i primi di settembre?
Sui viali della circonvallazione prima di questa estate le code erano quotidiane, percorsi assurdi per arrivare al policlinico di Careggi, mentre si apprende ad oggi che molti dei cantieri rimarranno in corso d'opera per molto tempo ancora.
Povera Firenze, ma soprattutto poveri fiorentini.