
Il vento di cambiamento che stava per arrivare e che per tutti gli anni ottanta, novanta e duemila ha forse narcotizzato le coscienze di ognuno di noi, ha reso superfluo il concetto di discussione. Si discuterà sempre meno, ammesso che tutto non sia necessario o peggio che non sia di interesse economico. Dagli anni ottanta in poi vi è stato un progressivo deterioramento culturale che ha invaso la società, legittimando la libera diffusione del "tormentone", della coscia scoperta, dell'immagine, delle tendenze, del puro consumismo.
I giorni nostri invece sono determinati da una grande confusione ideologica che stenta ad identificarsi con qualsiasi corrente di pensiero, con qualsiasi proposta concreta e programmatica che possa dare origine a nuovi spunti di cambiamento. La società affinché non sprofondi nell'ottusità più completa necessita di periodici mutamenti culturali che devono nascere prevalentemente dai giovani, il problema è che di giovani ce ne sono sempre meno. Le popolazioni immigrate di origine straniera portano con se la cultura e la storia dei loro paesi, occorrerà del tempo affinché tutte queste diversità possano identificarsi in un unica concezione del problema collettivo. Quando le svariate etnie si saranno amalgamate e quando saremo in grado di tradurre completamente le diverse espressioni culturali, forse potremmo gettare le basi per un nuovo grande cambiamento, ma per questo dovremmo attendere le prossime generazioni.