giovedì 18 dicembre 2025

Il Ritorno di "Chissà" di Stella Petrossi e Stefano Terraglia


Ci sono canzoni che nascono e bruciano in un istante, effimere come fiammate estive, e altre che sanno aspettare, custodendo la loro essenza in attesa del momento giusto. Credo che il brano che scrissi nel lontano 1996 con Stella Petrossi, sotto il nome di duo ECO, appartenga decisamente alla seconda categoria. Rimasta chiusa in un cassetto per quasi tre decenni, quella melodia che sembrava destinata all'oblio oggi vede finalmente la luce, pubblicata per la prima volta su tutti gli store musicali on line. È un’emozione indescrivibile.

Ma definire questa operazione come una semplice "nostalgia" sarebbe riduttivo. Il recupero di Chissà è il frutto di un lavoro che potrei definire “immenso”, un vero e proprio ponte temporale gettato tra l'analogico degli anni '90 e le frontiere più avanzate dell'Intelligenza Artificiale odierna. Non si è trattato solo di rispolverare un vecchio nastro, ma di vestire un’anima antica con un abito completamente nuovo.

Per comprendere appieno la genesi di questo progetto, bisogna forse guardare al mio percorso eclettico. Sebbene la mia formazione affondi le radici nelle aule austere del Conservatorio Luigi Cherubini, il mio spirito ha sempre cercato altrove la vera essenza del suono. Mi sono sempre autodefinito un "artigiano dell’anima", vivendo la musica non come rigida disciplina accademica, ma come un linguaggio privilegiato per costruire quelle che chiamo "piccole architetture di emozioni". Questa visione mi ha portato a spaziare dalla scrittura al cinema, e oggi trova in Chissà un esempio perfetto.

L'uso dell'Intelligenza Artificiale per arricchire e completare l'arrangiamento originale non è casuale. Chi conosce il mio percorso recente sa che per me la tecnologia non è mai uno strumento freddo, ma piuttosto uno "specchio della coscienza profonda", un mezzo per amplificare l'umanità insita nell'arte, anziché sostituirla. È con questo approccio che il brano è stato riportato in vita: abbiamo rispettato l'anima essenziale del 1996, ma l'abbiamo vestita con le sonorità, le dinamiche e i colori possibili solo nel 2025. È stata una danza affascinante tra passato e futuro.

Il cuore pulsante di questa operazione, tuttavia, rimane il fattore umano: il legame indissolubile con Stella Petrossi. Chissà è la testimonianza tangibile di un'affinità artistica che il tempo non ha scalfito. A trent'anni di distanza da quella prima stesura, la chimica del duo ECO si è rivelata intatta. Se all'epoca eravamo due giovani che cercavano di dare voce ai propri sogni nella Firenze di fine millennio, oggi siamo due appassionati consapevoli che hanno saputo proteggere la loro intesa artistica dalle usure della vita. La voce di Stella e la mia sensibilità compositiva si sono intrecciate nuovamente, dimostrando che certe affinità elettive non hanno data di scadenza.

Il brano, che per me è un vero e proprio viaggio tra malinconia e rinascita affronta un tema che oggi, paradossalmente, è più attuale di trent'anni fa, quando lo avevamo pensato.