In un'epoca in cui il mondo si vanta di una connettività senza precedenti, e le metriche sociali spingono verso un'abbondanza di 'amici' digitali, mi sono spesso interrogato sul vero significato e sulla profondità dei legami umani. È una scelta di pochi amici una fuga, una sottile armatura contro la superficialità, o forse una deliberata immersione in un'autenticità più rara?
Per me, la risposta risiede nel tempo, quel bene intangibile che si dissolve tra le dita come polvere di stelle. Dedicare tempo a ciascuna delle innumerevoli connessioni che il moderno 'connettere' ci propone significherebbe sottrarlo al soffio vitale delle mie attività creative. La mia arte, i miei progetti, le mie visioni reclamano spazio, silenzio, una dedizione quasi monastica. È in questa prospettiva che la scelta di un cerchio ristretto di amicizie non è una protezione, ma una curatela, un atto di amore verso la mia essenza e verso chi scelgo di includere nel mio mondo più intimo.
Gli amici, nella mia visione, non possono nascere da algoritmi o da fenomeni di connessione di massa. Essi emergono da scelte intime, complesse, radicate nella presenza fisica, nel calore di uno sguardo, nella risonanza di una conversazione profonda. In questo spazio di autenticità, guadagno una libertà inestimabile e un santuario interiore. Non c'è la pressione di dover 'essere' qualcosa per molti, ma la gioia di 'essere' pienamente se stessi per pochi.
Questa scelta eleva la definizione stessa di amicizia a un piano più esigente, quasi sacro. Gli amici diventano coperte dell'anima, custodi reciproci di vuoti, in grado di accogliere e condividere i bisogni più profondi. E per me, questa alchimia si compie in maniera sublime quando condividiamo le stesse passioni. Non è solo un hobby comune, ma un fuoco interiore che arde, una scintilla che accende conversazioni infinite e progetti condivisi. L'amicizia diventa un laboratorio dell'anima, un palcoscenico per idee, un rifugio per ispirazioni.
È indubbiamente più facile aprirsi completamente, mostrare la propria vulnerabilità senza riserve, quando ci si rivolge a poche persone fidate. In un numero esiguo si trova la confidenza, la certezza di essere compresi senza giudizio, di essere accolti nelle proprie sfumature più delicate. Questa non è debolezza, ma la più grande forza che un cuore possa esprimere.
La vera felicità e il senso di appartenenza, quindi, non si misurano con il numero di volti che ci circondano, ma con la qualità, l'intensità, la risonanza dei pochi legami che scegliamo di nutrire. Come un artista seleziona con cura i colori per la sua tela, così io scelgo le anime che dipingono la mia esistenza. In quelle poche stelle, risiede l'infinito del mio cielo interiore, un universo di significato e di vera connessione.