domenica 30 aprile 2017

La cinepresa di legno

Quando ero un bambino amavo così tanto il cinema da costruirmi una cinepresa di legno, finta, e con quel pezzo di niente immaginavo di poter riprendere le cose che più mi piacevano. Ho ancora una foto che non trovo più nella quale insieme a dei parenti avevo con me quel pezzo di legno. Se quel pezzo di legno avesse potuto veramente registrare qualcosa ci sarebbe stato un mondo così piccolo e intenso che avrei rivisto volentieri. E adesso che vedo giovani ragazzi circondati dalla tecnologia, con tanta possibilità in più per poter realizzare progetti creativi, sono un po' invidioso, lo ammetto. Ammetto che adesso, con gli occhi nel mirino, mi sento così piccolo e felice perchè finalmente posso registrare. Sapete una cosa? Quella cinepresa di legno e quella pellicola mai girata riesce a proiettare qualcosa dentro di me. Frammenti di tetti, finestre di sbieco, luci al neon, comignoli, gli occhi della nonna, il nonno, mia madre giovane, mio padre e mio fratello piccolo. Deo, Dino e quel campetto di calcio. Tutto, a poco più di un metro di altezza, luci ed ombre comprese, con quella batteria che non si esauriva mai e l'eterna pellicola. E poi...il buio della notte, il sonno e svegliarsi a cinquanta anni.