Cosa rimane di noi quando tutto sembra perduto?
Cosa resta quando guardiamo indietro e vediamo soltanto strade interrotte, sogni svaniti e giorni che ci hanno consumati poco alla volta?
Tutto quello che ero è un cortometraggio che racconta il silenzio di un uomo, fermo sulla soglia del suo terrazzo, indeciso se compiere quel passo che potrebbe mettere fine a ogni dolore. Un uomo che ripercorre in un monologo interiore le sue cadute, i suoi sbagli, le promesse fatte a se stesso e mai mantenute.
In questo breve tempo, scorrono i frammenti di una vita che non è andata come sperava, ma che, nonostante tutto, non lo ha abbandonato del tutto. Perché in fondo, anche nei giorni più bui, resta un filo di speranza che ci tiene aggrappati all’alba che verrà.
Il corto non dà risposte facili.
Lascia lo spettatore libero di scegliere se quel passo verrà fatto o se, alla fine, restare un giorno in più sarà la scelta più coraggiosa.
Con Tutto quello che ero, voglio raccontare che la fragilità non è debolezza, ma un luogo da attraversare per scoprire, forse, che siamo ancora vivi.