lunedì 13 giugno 2016

Il deterioramento culturale

Gli anni ottanta hanno segnato un cambiamento culturale che ha avuto un effetto deprimente su tutta la miriade di concetti espressi, promulgati, discussi a partire dal sessantotto per tutti gli anni settanta a seguire. La rivoluzione culturale influenzò l'ambiente artistico contagiando tutti i media dell'epoca, dove ogni problema, anche individuale, doveva essere oggetto di discussione politica. Per ironizzare un po' si può dire che anche un semplice ridere di troppo o di meno, trovava rispettivamente collocazione a destra o a sinistra. Lo dimostra un film molto interessante di Ettore Scola "La terrazza" interpretato da grandi attori tra i quali Gassman, Tognazzi, Mastroianni nel quale vi è una chiara manifestazione di scontento in un ambiente artistico di ex sessantottini, in qualche modo imborghesiti. 
Il vento di cambiamento che stava per arrivare e che per tutti gli anni ottanta, novanta e duemila ha forse narcotizzato le coscienze di ognuno di noi, ha reso superfluo il concetto di discussione. Si discuterà sempre meno, ammesso che tutto non sia necessario o peggio che non sia di interesse economico. Dagli anni ottanta in poi vi è stato un progressivo deterioramento culturale che ha invaso la società, legittimando la libera diffusione del "tormentone", della coscia scoperta, dell'immagine, delle tendenze, del puro consumismo. 
I giorni nostri invece sono determinati da una grande confusione ideologica che stenta ad identificarsi con qualsiasi corrente di pensiero, con qualsiasi proposta concreta e programmatica che possa dare origine a nuovi spunti di cambiamento. La società affinché non sprofondi nell'ottusità più completa necessita di periodici mutamenti culturali che devono nascere prevalentemente dai giovani, il problema è che di giovani ce ne sono sempre meno. Le popolazioni immigrate di origine straniera  portano con se la cultura e la storia dei loro paesi, occorrerà del tempo affinché tutte queste diversità possano identificarsi in un unica concezione del problema collettivo. Quando le svariate etnie si saranno amalgamate e quando saremo in grado di tradurre completamente le diverse espressioni culturali, forse potremmo gettare le basi per un nuovo grande cambiamento, ma per questo dovremmo attendere le prossime generazioni.