domenica 13 settembre 2015

Non sono un giornalista, sono un blogger

In Italia, patria da sempre delle corporazioni, bisogna fare una netta distinzione tra giornalista e blogger, perché? Perché in teoria il giornalista può pubblicare ed il blogger no. Ma che strano, dal momento che ognuno può aprire un blog, che ognuno può scrivere le proprie idee, che ognuno può aprire un sito Internet. L'articolo 21 della nostra Costituzione inizia così: "Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione...", quindi letto questo articolo tutti potrebbero scrivere, invece in realtà tutto si complica. Alcune leggi successive hanno fatto in modo che soltanto i giornalisti e i pubblicisti ancora ad oggi possono scrivere su una testata giornalistica. In Italia un sito Internet, se vuole fare informazione periodica, dovrebbe registrarsi presso il tribunale territoriale di competenza, ma questa registrazione è riservata soltanto ai giornalisti ed ai pubblicisti. Se volete togliervi la curiosità basta dare un occhio in calce alla prima pagina dei principali siti che fanno informazione e sicuramente troverete il numero di registrazione presso il tribunale.
La registrazione presso il tribunale potrebbe essere anche concepibile dal momento che chi fa informazione dovrebbe essere fonte autorevole, il problema è il requisito principale, bisogna essere giornalisti o pubblicisti. Mi chiederete sicuramente come si fa a diventare giornalista o pubblicista, in questo caso vi rispondo che tutto si complica. La differenza tra giornalista o pubblicista è minima, il primo è un professionista che svolge il proprio lavoro in maniera continuativa, il secondo può svolgerlo soltanto come attività ausiliaria. Chiunque può diventare giornalista o pubblicista, non occorrono titoli di studio, ma per accedere agli esami presso l'ordine dei giornalisti vi è un iter paradossale e scoraggiante. Uno dei requisiti, oltre a non aver riportato condanne penali, è quello di aver percepito compensi per ben due anni da una testata giornalistica (stampa, radio, tv od altro) a seguito dei propri articoli pubblicati o trasmessi, per questo requisito fa fede la documentazione dei pagamenti emessa dalla testata. In parole povere soltanto in pochi potranno fare il giornalista o il pubblicista, ammesso che qualcuno non si accordi con un giornalino di quartiere con compromessi al limite del legale. Molti ormai conoscono questo iter e spesso chi vuol provare ad intraprendere la strada del giornalismo, ammesso che non sia figlio d'arte, ci rinuncia per sfinimento strada facendo. Ed i bloggers? Io per esempio per il momento scrivo, ma evito di dare una cadenza periodica ai miei articoli che diventano così considerazioni di vita quotidiana. Mi raccomando però, citate sempre le fonti delle vostre notizie, se parlate di fatti, persone, eventi accaduti.