giovedì 10 settembre 2015

La RAI porta la mafia in TV

Stento a crederci e mi vergogno di essere italiano. Un servizio pubblico, la RAI, alla quale versiamo oltre cento euro annui di canone, solo per una questione di audience ha permesso a Vespa di invitare i familiari di un mafioso nella trasmissione "Porta a porta". Pensate al regalo che hanno fatto a questa famiglia, la visibilità a milioni di italiani, togliendo lo spazio televisivo ad iniziative importanti, ad artisti d'eccezione, alla vera informazione e al dissenso della gente onesta che lavora, che non ruba, che non spaccia droga, ma che è sobbarcata da tasse e da mille problemi. 
Ma come si fa a parlare di informazione contribuendo a rendere ancor più popolare questa gente. Non è bastato il vergognoso funerale svoltosi sotto il silenzio delle autorità, non è bastato un elicottero a sorvolare Roma in barba alla sicurezza, senza autorizzazione, mentre lanciava petali di rose sopra una folla di delinquenti? No, non è bastato e in questo caso la RAI non può di certo dichiarare che non sapeva. Questo affronto ai cittadini onesti di questo povero paese è un'ulteriore dimostrazione di un potere marcio, corrotto, che si firma in questo caso dichiarandosi spudoratamente para mafioso attraverso la televisione. Arriverà anche il giorno della riscossa, perché prima o poi dovranno rendere conto a tutti. Mi appello ai giovani, svegliatevi ragazzi, che il futuro è vostro, non permettete che le vostre coscienze vengano storpiate da questa melma di potere.